Non sempre far divertire gli altri è cosa semplice, c’è qualcuno che suda e fatica
Tra le sofferenze del sorriso


Far divertire gli altri non è sempre un lavoro divertente e rilassato.
Ne sanno qualcosa i tanti addetti alle animazioni dei carri allegorici di Muggia, costretti a rimanere nascosti sotto le imponenti strutture per dar vita ai vari personaggi che invece emergono.
Ma anche per alcuni figuranti non è una passeggiata. Certi costumi sono spesso ingombranti e pesanti. Quest’anno si sono visti spicchi di roulette, mascheroni aztechi a coprire mezzo corpo, coralli e meduse, barche spinte a mano.

Ma soprattutto una giraffa (del resto premiata dalla giuria), che ha introdotto la sfilata della Brivido, ancora prima del carro di apertura. Un ragazzo che camminava con trampoli alle gambe e alle braccia, e in testa un lungo collo con la testa appunto della giraffa.
Era apparentemente pesante e gli creava anche problemi di equilibrio.
Una fatica improba che si vedeva chiaramente sul volto, teso, del ragazzo, che ha abbozzato un sorriso e un inchino solo perché incitato dall’applauso del pubblico.


Ma oltre ai protagonisti volontari, c’erano, come ogni anno, anche tanti «involontari». A dimostrazione della caratteristica familiare del Carnevale muggesano, in sfilata si sono visti alcuni bambini piccolissimi, per lo più - bisogna dire - addormentati. Come una coppia di gemellini, beatamente nelle braccia di Morfeo, seduti su un piccolo carro spinto dal padre.
Ma il record 2003 di affezione al Carnevale va a un bimbo di appena sei giorni. Era fuori in mezzo alla gente in una carrozzina già addobbata, accompagnato dalla madre, rigorosamente in maschera.